La storia di Lazise
La storia di Lazise affonda le sue radici in epoca
preistorica: numerosi ritrovamenti di selci e utensili
testimoniano la presenza di un villaggio palafitticolo
lungo le rive del lago. Non si hanno notizie sicure circa
il periodo romano, ma la posizione del paese e diverse
testimonianze ritrovate nei comuni limitrofi fanno
pensare ad una presenza umana anche in tale epoca.
I primi documenti che confermano l’esistenza di una
comunità importante a Lazise risalgono all’altomedioevo:
tra questi, il diploma imperiale firmato
da Ottone II nel 983 D.C. con il quale concede la
completa autonomia civica. Questo fa sì che Lazise
diventi il primo Comune d’Italia.
A questo periodo risale la costruzione della prima
cerchia difensiva della cittadina, mentre la costruzione
della Rocca e la completa fortificazione del borgo
con cinta muraria risale al XIV secolo. Nel 1277
Lazise è sotto la signoria degli Scaligeri guidati da
Cansignorio della Scala, che amplia e restaura la cinta
muraria e il Castello. Un secolo più tardi cade sotto
il controllo dei Visconti di Milano: Lazise, insieme
ai comuni rivieraschi di Malcesine, Torri del Benaco
e Garda, vengono in quell’epoca inseriti in una sorta
di protettorato chiamato “La Gardesana”. Nel 1405
Lazise, come l’intero comprensorio veronese, entra
a far parte della Repubblica di Venezia: il dominio
veneziano dura fino al 1797, quando Lazise viene
occupata dalle truppe napoleoniche. In seguito, con
il trattato di Campoformio, il territorio di Lazise si
trova ad essere sul confine tra i due Imperi di Austria e
Francia. Viene annesso prima al Regno d’Italia (1805),
poi, con la Restaurazione, al Regno Lombardo-Veneto
e infine entra a far parte del Regno d’Italia nel 1866.
Ville Venete
Lazise può vantare la presenza sul suo territorio
di ben 17 complessi di Ville Venete e nuclei di
antica origine, che costituiscono ancor oggi corti
e borghi di grande interesse storico, culturale e
paesaggistico. Sorte in riva al lago o immerse nelle
dolci campagne circostanti, orgogliosamente in
sella alle colline, queste ville punteggiano la mappa
del territorio evidenziando ancor oggi l’importanza
del loro impianto urbanistico, come nei centri
storici di Pacengo e Colà dove la loro presenza,
con annessi parchi, ne occupa gran parte della
superficie.
Ancor oggi si trovano immerse nel rigoglioso
verde dei loro parchi e broli, come villa Barbaro
detta “La Bottona”, villa Bagatta e villa Balladoro,
o in posizione dominante sulle campagne che le
circondano, come villa Da Sacco, villa Anturium,
villa Bevilacqua, villa Fumanelli e villa Conferazene
a Colà. Talvolta conservano il “selese”, come villa
Fratta Pasini alle “Saline”, o antichi pozzi, come
villa Zanetti a “Montinghel”, o sono arricchite
da importanti giardini come villa Cavazzocca
Mazzanti detta “Pergolana” o da lunghi viali di
secolari cipressi come la villa Benciolini; vi sono
anche laghetti e serre ottocentesche per accogliere
aranciere come nel sontuoso parco di villa “dei
Cedri” a Colà.
Non mancano eleganti strutture agrarie come
le scuderie di villa Alberti detta “Fausta”, o vere
rovine medioevali come nel parco romantico di
villa Bernini a Lazise e oratori come a Villa Palù
dei Mori.Per la loro importanza, un tempo furono
luoghi di incontri e soste strategiche, come riportato
in una lapide sul muro prospiciente la Gardesana di
villa Gemma Brenzoni a Pacengo, che ricorda che in
questo luogo si fermò Ferdinando di Savoia, duca
di Genova, durante l’assedio di Peschiera nel 1848.